L’ASSASSINO DI CORRADO OCCHI DI CANE

L’ultimo di Ottobre del 1256 alcuni animosi si riunirono segretamente nella casa di Bonincontro da S. Pietro, il quale, dopo aver esposto la difficile situazione dei legnaghesi, oppressi dalla crudele tirannia di Corrado Occhi di Cane, illustrò con parole infuocate un piano di liberazione della città.

Il giorno seguente, sul far dell’alba, un gruppo di valorosi, sventolando la bandiera del marchese Azzo da Este, portata clandestinamente dentro la fortezza, disarmò le sentinelle del tiranno, che venne ucciso mentre giaceva ancora nel suo letto.

Corrado Occhi di Cane, temuto e odiato per la spietatezza con cui metteva a morte i suoi avversari, tiranneggiava la fortezza di Legnago per conto dell’altrettanto feroce Ezzelino da Romano, che allora estendeva il suo potere sulle terre venete. Il nostro racconto si soffermerà sulle ultime drammatiche ore della sua vita, vissute sotto il peso di una “maledizione” ricevuta per i suoi atti sanguinari. Illustre comprimario di questa fosca storia un personaggio “luminoso”: sant’Antonio da Padova, del quale, seguendo un’antica tradizione, racconteremo la presenza in quei giorni proprio nella rocca di Legnago.